Fino a poco tempo prima della scoperta dell’America (1492), gli uomini erano convinti che la terra fosse piatta. Cristoforo Colombo dimostrò che era sferica e diede inizio ad una grande epoca di esplorazioni geografiche per mare che coinvolse tutti i continenti; iniziò così fra popolazioni sconosciute un reciproco scambio umanistico, culturale e commerciale. Si cercarono i passaggi e gli stretti più idonei che mettevano in contatto tra loro mari ed oceani nel loro percorso più breve ed iniziò la ricerca delle rotte più comode. I portoghesi, nel 1497, aprirono la Via delle Indie attraverso il Capo di Buona Speranza; gli spagnoli, le rotte verso l’Oriente; nel 1519 Ferdinando Magellano trovò il passaggio tra l’oceano Atlantico ed il Pacifico all’estremo sud; nel 1869 fu aperto il canale di Suez ed un secolo fa quello di Panama.
Le potenze nordiche, rivolsero grande sforzo alla ricerca di un passaggio sia al nord del continente americano che a quello euro-asiatico. Prima di allora solo singoli naviganti, con rischio estremo, avevano conosciuto piccoli tratti di mare artico navigabili. Questa ricerca durò circa 400 anni.
Verso la metà del 1800, ragioni commerciali, la realizzazione della ferrovia degli Urali, il progetto della Transiberiana e la navigabilità dei fiumi che sfociano nel mare artico, spinsero esploratori a cercare in quel mare sempre ghiacciato e pericolosissimo, una rotta marittima più facile, veloce e breve di quella delle Indie al sud del pianeta. A tal fine, vennero organizzate numerose spedizioni e si spesero molte vite.
Ci riuscì la Svezia grazie all’esploratore e studioso dell’Artide Adolf Erik Nordenskiold. Egli organizzò una spedizione per la ricerca del passaggio di Nord-Est. Selezionò accuratamente tra i volontari della Reale marina Svedese i marinai e l’equipaggio e tra lo Stato maggiore della spedizione scelse anche l’ufficiale della Regia Marina Italiana Giacomo Bove in qualità di idrografo. Lo scelse, unico rappresentante dell’Italia, avendo avuto garanzia della serietà del giovane ufficiale da Cristoforo Negri già presidente della Società Geografica italiana di Roma e certezza delle sue conoscenze approfondite di idrografia e di correnti marine.
Nordenskiold studiò strategicamente percorso, tempi e navi da utilizzare.
Ammiraglia della spedizione era la nave VEGA, una baleniera rinforzata a vela e motore. Essa sarebbe stata affiancata per un tratto dalla più piccola LENA e da due vapori: Exspress e Fraser carichi di carbone per rifornimento e di merci da commerciare lungo il corso del fiume Jenissei. Sarebbe stata la prima volta che un carico partito dall’Europa sarebbe arrivato sin laggiù tornando con grano, orzo ed altri prodotti.
Dalle bocche della Lena in poi la Vega avrebbe proseguito da sola.
La spedizione partita da Carlskroma il 22 giugno 1878 costeggiò le coste settentrionali dell’Eurasia inizialmente senza problemi poi tra nebbie fitte, ghiaccioni e pack finchè rimase intrappolata nei ghiacci a Pitlekay nella penisola dei Ciukci, in Siberia, per dieci mesi dalla fine di settembre 1878 a luglio 1879. In quel periodo gli scienziati eseguirono ricerche antropologiche, botaniche, zoologiche, metereologiche, idrografiche e venne costruito un osservatorio per le osservazioni magnetiche.
Giacomo Bove studiò attentamente tradizioni, lingua, usi e costumi dei popoli incontrati, si rivelò un ottimo cartografo, astronomo, esperto di aurore boreali e disegnatore e durante il lungo sverno, concepì il progetto di una “Spedizione Antartica Italiana”per la ricerca del continente Antartico, sino ad allora considerato “Terra Incognita”. Così si legge nel suo diario:…19 gennaio 1879 “…….Sino a ieri avevo pensato di muovere l’Italia a fare una spedizione artica a Wrangel; ora addio spedizione artica, sono volato all’altro polo e faccio castelli in aria per un viaggio alla TERRA ANTARTICA……”
La spedizione della Vega, considerata dispersa, a luglio potè ripartire e attraversò lo stretto di Bering il 20 luglio 1879 con le bandiere di gala alzate ed il saluto di cinque colpi di cannone.
Il passaggio di Nord-Est era compiuto.

La spedizione proseguì verso il Giappone, l’oceano Indiano ed il canale di Suez fino a Napoli dove il 14 febbraio entrò nel porto accompagnata da due navi imbandierate e salutata dal guardacoste italiano e dalla nave americana Wyoming da 21 colpi di cannone, venne acclamata da una numerosa folla, ricevuta dal sindaco, autorità, deputati e rappresentanti della Società Geografica italiana e viennese. Gli stessi onori ricevettero i membri della spedizione a Roma dove furono ricevuti in udienza ed a pranzo in Quirinale dal re Umberto e dalla sua corte; erano presenti ministri delle varie potenze europee, principi e le principali autorità italiane. La Vega proseguì poi il viaggio verso la Francia, la Spagna, il Portogallo, e la Danimarca, ovunque acclamata e giunse poi a Stoccolma il 24 aprile dove ricevette onori trionfali sino a metà maggio.
Il capo della spedizione A.E.Nordenskiold venne nominato baronetto ed Accademico dal re di Svezia Oscar II. Pubblicò la relazione del viaggio in 5 volumi e successivamente edizioni ridotte di 2 volumi in 11 lingue tra cui una in italiano della Treves reperibile nel Museo dedicato a Giacomo Bove nella sua Casa Natale di Maranzana in prov. di Asti. Anche Giacomo Bove pubblicò il suo diario del viaggio.
L’illustre geografo L. Hugues, nel volume”Le esplorazioni polari nel secolo XIX”:U.HOEPLI-Milano, definisce questa spedizione ”…uno dei più grandi avvenimenti geografici non solo del XIX secolo, ma di tutta la storia delle esplorazioni geografiche”.
Nordenskiold donò alla biblioteca dell’università di Helsinky tutta la documentazione del viaggio, le ricerche e le carte geografiche che costituiscono la “A.E.Nordenskiold Collection Maps” che nel 1997 sono state definite dall’UNESCO Patrimonio dell’umanità: “Memory of the world”.
Oggi il riscaldamento globale ha aperto nuove possibilità di navigazione tra i ghiacci dell’Artico; nell’ultimo decennio l’uso commerciale del Passaggio di Nord-Est è diventato una prassi piuttosto comune nei mesi estivi. Gli scienziati pensano che tra il 2040 e il 2059, il Passaggio a N-E diventerà più ampio e aperto per un numero maggiore di mesi rispetto ad oggi e che le navi potranno affrontare rotte che si allontaneranno dalle coste russe e si avvicineranno al Polo Nord accorciando ancora di più le distanze con i paesi orientali.
Il mondo prosegue il suo cammino ma ci sembra giusto ricordare coloro che per primi anche a rischio della vita hanno compiuto grandi imprese in nome della conoscenza e del progresso.
Questo lo scopo dell’Associazione Culturale “Giacomo Bove & Maranzana” che lavora per diffondere la conoscenza delle imprese dell’esploratore italiano di origine piemontese e ne gestisce la Casa-Museo nel comune di Maranzana (AT).
Ho letto il libro la Vega nell’edizione Dekten di Napoli del 1880.un libro affascinante. Il Bove merita di essere ricordato tra i grandi esploratori della nostra nazione.complimenti per il vs lavoro
Buongiorno Giovanni, sono d’accordo con lei, Giacomo Bove è stato uno dei nostri più eccelsi esploratori. Grazie dei complimenti.